13 Marzo 2017
Uova e Colombe pasquali: come scegliere il packaging più adatto a te
Come ogni anno la Pasqua si avvicina: la primavera, i fiori, i dolci tipici… E come ogni anno nelle pasticcerie di tutt’ Europa ci si chiede anche come poter confezionare al meglio i dolci tipici per renderli unici ed originali.
Quale packaging scegliere?
Gli aspetti da valutare, secondo noi, sono tre: il design, la praticità e il materiale. In questo articolo vedremo quindi insieme:
- Packaging pasquali: soluzioni tradizionali;
- Una questione di… Design!
Packaging pasquali: soluzioni tradizionali
Tra i packaging pasquali più apprezzati e tradizionali ci sono sicuramente gli incarti, spesso in tessuto- non tessuto oppure poliaccoppiati; l’aspetto più positivo sono le chiusure che poi possono essere personalizzate con nastri e decorazioni fantasiose, come fiori in carta o fiocchi, e sicuramente il risultato sarà una confezione ricca e allegra. È un tipo di packaging di grosso impatto se curato nel modo giusto, ma non altrettanto pratico le uova di Pasqua e le colombe infatti sono spesso veri capolavori, delicati e facili da rovinare, per cui le confezioni a incarto finiscono per non garantire la giusta protezione in caso di urti, schiacciamenti, trasporti in auto.
Da un punto di vista del materiale infine, essendo quasi sempre i fogli composti da percentuali più o meno elevate di plastica e alluminio, non si può proprio definire un prodotto “eco-friendly”! Vi siete mai chiesti dove buttare quel tipo di carta, facendo la raccolta differenziata? Ecco, la risposta è “non nella differenziata”.
Un altro tipo di confezioni molto apprezzate sono quelle in acetato, soprattutto per le uova. Sono perfette per mettere in mostra le decorazioni e per chi cura con attenzione l’estetica dei propri dolci: ce ne sono di tantissime forme e versioni, dalle cilindriche alle quadrate, a quelle con i bordi colorati. Da un punto di vista del design quindi sono molto soddisfacenti, ma hanno qualche aspetto negativo per quel che riguarda praticità e materiale. L’acetato prima di tutto deve essere di buona qualità per avere solidità, altrimenti rischia di non avere stabilità dimensionale e si sformerà facilmente; perché lo sia, la spesa aumenta e finisce per diventare un packaging costoso. Ma il problema principale è dato dalle caratteristiche del materiale, che tende ad ingiallire velocemente ed ha una forte carica elettrostatica, che attira la polvere e difficilmente si riesce a pulire. È dunque un’ottima soluzione, sì, ma a patto che si voglia spendere un po’ di più e che il prodotto debba stare il minor tempo possibile nella confezione.
Infine, abbiamo il packaging in cartone.
Una questione di… Design!
Da un punto di vista del design, le forme sono solitamente tradizionali ed eleganti per quanto riguarda i portacolomba mentre se ne possono trovare di più particolari per quanto riguarda i portauova. È impossibile mettere il prodotto completamente a vista, ma si può comunque scegliere una confezione che abbia un lato o il coperchio trasparente per mettere in mostra il contenuto. Generalmente si prestano bene ad avere maniglie già integrate che permettono il trasporto, evitando così sacchetti che coprono il packaging e il logo del pasticcere. Si dimostrano pratiche quindi già da qui, ma lo risultano ancor di più se si pensa che grazie alla rigidità della confezione le creazioni rimangono al sicuro da urti, cadute o altri inconvenienti. Il materiale è adatto a chi vuole far risaltare l’artigianalità delle proprie creazioni, essendo naturale ed eco-friendly, pensato sia per il riciclo che per il riutilizzo (un portacolomba può diventare un portagiocattoli o un poratscarpe, per esempio!).
Ora che vi abbiamo esposto le scelte più in voga sul mercato, non ci resta che aspettare la Pasqua per vedere le vostre creazioni!
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